Ipotesi Rimodulazione Polizia di Frontiera Secondo Incontro
Ieri 29 marzo una delegazione della FSP-ES-LS, assieme a quelle delle altre sigle, ha incontrato al Dipartimento, in rappresentanza dell’Amministrazione, il Vice capo prefetto Savina, il Direttore Centrale dell’immigrazione e frontiere, prefetto Bontempi con il direttore del Servizio polizia di frontiera D.ssa Tittoni. Era presente per i profili di interesse anche la D.ssa Terribile, direttore del Servizio Sov.ti, Ass.ti e Agenti.
La delegazione della FSP-ES-LS ha preliminarmente espresso tutta la propria delusione nei confronti dell’Amministrazione che, reiteratamente, per la seconda volta, in occasione dell’incontro con i sindacati di Polizia più rappresentativi, non ha tenuto nella debita considerazione gli input, le segnalazioni, le motivate richieste di approfondimento che erano state avanzate in occasione dell’incontro precedente, presentando un progetto di rimodulazione della Polizia di Frontiera, di fatto, assolutamente identico a quello precedente.
Ciò nonostante, e solo per quanto concerne l’operatività della Polizia di Frontiera, in questi ultimi due anni, si è dato atto alla stessa amministrazione di aver voluto superare, con indubbio attivismo, una serie di impasse su varie questioni pendenti, che incidevano sulla qualità della vita professionale del personale, quali i corsi di formazione ed aggiornamento della Specialità, gli accordi transfrontalieri con i paesi confinanti, le pattuglie miste italo/straniere ed altre questioni, anche di livello internazionale, che vedono ormai l’Italia e la sua polizia di frontiera leader assoluti in ambito europeo.
Ancora carente, invece, attesi i molteplici cambiamenti avvenuti in questi ultimi dieci anni e l’aggettivo aumento di lavoro e incombenze, si presenta circa la dotazione di personale, spesso, altamente insufficiente come nel caso di Orio al Serio per il quale è stato chiesto un incremento di personale.
Per quanto concerne, invece, il merito delle proposte dell’Amministrazione, la nostra delegazione ha manifestato la propria assoluta contrarietà alla chiusura, giacchè di questo si tratta, nonostante l’Amministrazione si sforzi di denominare il progetto non di “chiusura”, ma di “rimodulazione” o di “devoluzione”, degli uffici di polizia di frontiera presso gli scali marittimi di La Spezia, Gioia Tauro e Taranto, per tutta una serie di motivazioni logistiche, storiche, territoriali e di aumento prevedibile del traffico merci e passeggeri.
Abbiamo chiesto all’amministrazione di ritornare sui propri passi e, nella malaugurata ipotesi in cui questo non fosse possibile, in subordine, abbiamo chiesto ampie assicurazioni affinchè, al personale della specialità, in servizio presso gli uffici Polaria minori, destinati a passare sotto la competenza gerarchica della questura competente, sia salvaguardata la professionalità acquisita con formale impegno dell’Amministrazione, da tradursi in apposita circolare che impegni i questori in tal senso.
Ciò per evitare che personale altamente specializzato nei controlli di frontiera finisca nel mare magnum delle questure che, spesso, con la ormai consueta motivazione della emergenza perenne, impiegano specialisti, specialità e professionalità specifiche in compiti diversi dall’addestramento ricevuto e che tanto impegno, anche economico, sono costati all’amministrazione ed al personale interessato.
Sia il Prefetto Bontempi che il Vice Capo Savina hanno concordato su tale ultima necessità, mentre si sono riservati sulle altre questioni sollevate.
Roma, 30 marzo 2019
Comunicato incontro Ipotesi Rimodulazione Polizia di Frontiera
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