Polizia: sigla sindacale contro spot Red Bull, “ci criminalizza”

(AGI) – Roma, 20 mar. – “Siamo sinceramente molto colpiti dall’ultimo spot che e’ stato diffuso in Italia per pubblicizzare la Red Bull e che, chiaramente, rappresenta l’ultima incredibile forma di criminalizzazione dell’operato delle forze dell’ordine a cui, stavolta si’, non eravamo preparati ne’ abituati. Che venga asserito senza mezzi termini nella pubblicita’ di una bevanda che gli operatori della sicurezza si accaniscano sui manifestanti, reprimano il dissenso con la forza, e addirittura provino piacere e soddisfazione a impedire la libera manifestazione del pensiero e’ una cosa che lascia basiti”. Lo afferma Valter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp Polizia di Stato, a proposito dell’ultimo spot pubblicitario della nota bevanda Red Bull nel cui testo si sostiene piu’ volte che l’intenzione delle forze dell’ordine e’ di impedire la manifestazione del dissenso. “Un messaggio di questo tipo a un livello come questo, della pubblicita’ televisiva, puo’ voler dire solo due cose- sostiene Mazzetti -: chi ha ideato lo spot ha puntato su un’idea che ritiene gia’ diffusa, assodata, e quindi vincente; oppure ha voluto diffondere subdolamente un preciso messaggio. In entrambi i casi riteniamo la cosa alquanto inopportuna, per non dire grave. A nulla vale replicare che quella dello spot sia mera satira, la quale punta sull’eterno tormentone della guardia che insegue e il reo che scappa, fonte di tante storiche vignette simpatiche. Una trovata ironica su qualcuno che riesce a scappare ‘mettendo le ali’ non ha nulla a che fare con il testo che accompagna quelle immagini”. per la Fsp Polizia quello spot “di satirico non ha nulla: descrive i buoni, i manifestanti, che vogliono dire la loro e che hanno ‘alti ideali’; e i cattivi, gli agenti, che rappresentano lo Stato tiranno a cui non piace chi combatte per la liberta’. E noi dobbiamo fare sicurezza in un Paese in cui si usano questi argomenti per vendere le bevande”.

POLIZIA: FSP SU SPOT RED BULL, ‘CI CRIMINALIZZA’

Roma, 20 mar. (AdnKronos) – “Chi combatte per la libertà non è mai  gradito all’autorità”. Si apre così la pubblicità della bevanda  energetica “che mette le ali”, con il manifestante in strada e i poliziotti che lo portano via. “Allo Stato non piace sentire che il  cittadino non vuole obbedire, ma come fermare così alti ideali ora che Red Bull mette le ali?” chiede la voce fuori campo mentre chi prima  sfilava sui suoi piedi, una volta finita la lattina, vola sugli agenti impotenti. Inevitabile la polemica sollevata del sindacato FSP  Polizia: “Questa pubblicità ci criminalizza, è grave. Che si voglia  puntare su un’idea già assodata, o che si voglia condizionare il  pensiero comune, quel testo non ha nulla a che fare con la satira”.
“Siamo sinceramente molto colpiti dall’ultimo spot che è stato diffuso in Italia per pubblicizzare la Red Bull e che, chiaramente,  rappresenta l’ultima incredibile forma di criminalizzazione  dell’operato delle forze dell’ordine a cui, stavolta sì, non eravamo preparati né abituati – commenta Valter Mazzetti, Segretario Generale  dell’FSP Polizia di Stato -. Che venga asserito senza mezzi termini  nella pubblicità di una bevanda che gli operatori della sicurezza si
accaniscano sui manifestanti, reprimano il dissenso con la forza, e  addirittura provino piacere e soddisfazione a impedire la libera  manifestazione del pensiero è una cosa che lascia basiti, perché un  messaggio di questo tipo a un livello come questo, della pubblicità televisiva, può voler dire solo due cose: chi ha ideato lo spot ha puntato su un’idea che ritiene già diffusa, assodata, e quindi  vincente; oppure ha voluto diffondere subdolamente un preciso
messaggio”.
“A nulla vale replicare che quella dello spot sia mera satira, la quale punta sull’eterno tormentone della guardia che insegue e il reo che scappa, fonte di tante storiche vignette simpatiche – conclude Mazzetti -. Una trovata ironica su qualcuno che riesce a scappare ‘mettendo le ali’ non ha nulla a che fare con il testo che accompagna  quelle immagini. Quello spot di satirico non ha nulla: descrive i buoni, i manifestanti, che vogliono dire la loro e che hanno ‘alti
ideali’; e i cattivi, gli agenti, che rappresentano lo Stato tiranno a cui non piace chi combatte per la libertà. E noi dobbiamo fare  sicurezza in un paese in cui si usano questi argomenti per vendere le bevande”.

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