a S.E. Signor Prefetto di Torino
Piazza Castello 199/201
10100 Torino

per inoltro
al Ministro dell’Interno
On. Matteo Piantedosi
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Giorgia Meloni

Oggetto: Richieste del Personale della Polizia di Stato.

Ill.mi
a nome della Segreteria Provinciale di Torino della Fsp Polizia di Stato che è una delle sigle maggiormente rappresentative sul territorio nazionale, trasmettiamo le segnalazioni giunte a Torino alla nostra Organizzazione Sindacale, che sono comunque comuni al resto del Paese.
La Polizia di Stato vive innanzi tutto un momento particolare per gli attacchi chiaramente politici e strumentali che coinvolgono gli Operatori delle Forze dell’Ordine ed in particolare la Polizia di Stato per la gestione dell’ordine pubblico.

Ogni argomento è “oggetto” di manifestazione, dove gli attori principali sono di fatto autonomi ed anarchici infiltrati come gli appartenenti al centro social Askatasuna che, da Torino, di fatto fungono da regia nazionale di contrasto allo Stato. “Questi” si infiltrano e dirigono quasi tutte le manifestazioni trasformando ogni legittima protesta in una gara di tiro al bersaglio contro le Forze dell’Ordine, consci di non subire nulla o quasi grazie ad un sistema giudiziario troppo debole e garantista.

Oggi gli Operatori di Polizia sono costretti a subire violenze gratuite anche e soprattutto perché vi è un chiaro ordine dall’alto di contenere e di non reagire alle violenze, usando solo gli scudi, con la conseguenza di avere molti feriti tra le Forze dell’Ordine, come accaduto nell’ultima manifestazione torinese pro-Palestina: una “partita” che di fatto è finita 19 a 0, ossia 19 feriti tra le Forze dell’Ordine e zero arrestati.
I poliziotti non sono votati e soprattutto pagati per andare al martirio. Chiediamo il rispetto per un lavoro effettuato da professionisti che devono essere trattati come tali e non si possono “punire” gli autori di violenze con semplici obblighi di firma o lavori socialmente utili, poiché di fatto oggi l’Italia è la palestra d’Europa per la lotta allo Stato.

Una palestra che spesso si chiama TAV, per cui si spendono milioni di euro per la sicurezza h24 per colpa di pochi criminali. Chiediamo che, se questa è davvero ritenuta un’opera STRATEGICA, venga previsto il divieto di manifestare nel raggio di 10 km dal sito, poiché la TAV sottrae uomini e risorse alla lotta alla criminalità non solo a Torino ma in tutta Italia, poiché la vigilanza è in concorso con Reparti che arrivano da altre regioni.

Chiediamo la cessazione delle discriminazioni tra il lavoro Pubblico e Privato: infatti, i Servitori dello Stato, ancora oggi, pur rischiando la vita, vedono buona parte dei loro compensi di straordinario pagati dopo 2 anni, cosa che non esiste in nessun CCNL privato.
Altra discriminazione il pagamento del trattamento di fine servizio equivalente al TFR del privato, questo oggi è previsto con un pagamento spesso ben oltre le 27 mensilità dalla cessazione del rapporto di lavoro, cosa che non può accadere nel privato poiché se si
superano i 90gg senza un accordo tra le parti, il lavoratore può procedere con un’ingiunzione di pagamento presso il Tribunale competente.
Chiediamo la possibilità, come da attuale normativa, di detassare il premio produzione: infatti ai privati oggi è concesso con accordo sindacale di detassarlo al 5%, mentre a noi per il “premio produzione” definito FESI, non è concessa alcuna detassazione.
Chiediamo con urgenza una misura di pensione complementare: il danno è ormai fatto, i nostri giovani arruolati nel 1996 andranno in pensione con il 50% circa degli ultimi stipendi, questo perché il sistema contributivo è inattuabile per la nostra categoria che deve, e sottolineiamo deve, andare in pensione a 60 anni come è oggi previsto dalla legge. Non possiamo avere un esercito di anziani e ultrasessantenni che effettuano, come fanno ancora oggi, la pattuglia, perché operativamente si è inutili e non si può non sapere e non volervedere la situazione attuale. Pertanto, dopo anni di servizio mettendo la propria vita in gioco per tutelare gli interessi dello Stato e dei cittadini, saremo ripagati con una pensione da fame che di fatto trasformerà gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine ad essere candidati alla povertà.
Il rinnovo contrattuale tardivo non ha mai preso in considerazione che nessun altro lavoratore è esposto come gli Operatori delle Forze dell’Ordine: nessun dipendente ha la responsabilità giuridica che hanno le Forze dell’Ordine in quanto queste, in pochi minuti, in un intervento, devono decidere come intervenire e se usare un’arma o la forza e quindi rischiare, oltre che di avere danni fisici anche di essere indagati e quindi ribadiamo che gli stipendi sono paragonati ad operai medi e non a professionisti da cui dipende spesso la
sicurezza e la vita delle persone.

La sciagurata stagione del Governo Monti ci ha regalato il brusco taglio delle assunzioniil che in questi anni non ha consentito di assumere personale pari a quello che andava in pensione, con la conseguenza di avere oggi personale con una età media di 50 anni e che sarà
destinata ad aumentare poiché saranno migliaia gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine che andranno in pensione poiché arruolati negli anni 80 in occasione della lotta dell’allora terrorismo in cui si prevedevano molte più assunzioni.
Parimenti però aumentano le esigenze di ordine pubblico, del controllo del territorio e della lotta alla criminalità, con un momento delicato di transizione in Italia di organizzazioni criminali straniere che cominciano a prendere il controllo di territori e a fare strategie con la
criminalità organizzata italiana.
Pertanto, si chiedono più “numeri” al personale in fatto di controlli a volte improponibili con le forze attuali e soprattutto si chiede allo stesso personale, che è spesso mortificato e senza alcun incentivo, ulteriori sacrifici, consci come già accennato, di non garantire i pagamenti di quanto spetta nei giusti tempi.

A Torino l’Ufficio Immigrazione è al collasso con problemi seri e strutturali per inagibilità, con il risultato che le 700/800 persone che richiedono giornalmente l’accesso,  vengono spostate in uffici ricavati in emergenza e/o dirottati nei Commissariati di Polizia, dove il poco personale oberato già dall’ordine Pubblico, dal controllo e rilascio di licenze e permessi, deve anche assorbire parte dei rilasci dei permessi di soggiorno, così dopo l’emergenza passaporti, oggi viviamo un’emergenza per l’ufficio immigrazione che non gode minimamente di alcuna apertura da parte del Comune di Torino per trovare una adeguata sede strutturale per questa fetta di popolazione: però il Comune si è preoccupato di trovare il metodo per “sanare” il Centro Sociale Askatasuna, permettendo a questi di godere di un edificio occupato abusivamente e gestito in piena illegalità.
Anche i Commissariati di Polizia, che di fatto dovevano essere “votati” alla Polizia di Prossimità e che dovevano di fatto diventare Polizia di Comunità sono in totale crisi. La Polizia è di fatto POLIS ossia Cittadini tra i Cittadini, i Poliziotti devono vivere accanto ai commercianti ed ai cittadini per ascoltare le segnalazioni, dare un conforto per la legalità e dare sicurezza: oggi il progetto sta fallendo, e come è già scomparso da tempo il Poliziotto di quartiere, sta scomparendo anche il significato di Polizia, poiché sostituiti in alcuni quartieri da bande che ne rivendicano il territorio, come dimostrato poche sere fa in un quartiere di Milano.

Oggi l’emergenza è di fatto diventata ordinarietà, e questo è inaccettabile perché, se abbandoniamo i poliziotti, abbandoniamo i cittadini.
Consci che questo Governo ha ereditato una situazione difficile, chiediamo con forza un progetto autorevole e coraggioso immediato e pluriennale, poiché stanchi di solidarietà e pacche sulle spalle che di fatto spesso non si tramutano in atti concreti di natura economica o
di organizzazione del lavoro e nemmeno come piena tutela legale per gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine e per i cittadini.

Siamo disponibili ad un confronto su tutti gli aspetti e su qualunque tavolo poichécrediamo in un confronto costruttivo e propositivo, fatto lealmente e soprattutto supportato da dati ed esperienze di chi vive questo “mestiere” da molti anni.
In attesa di un riscontro alla presente, si inviano cordiali saluti.

Torino 28.11.2024

il Segretario Generale Fsp Polizia di Stato di Torino
Dott. Luca Pantanella

La lettera in PDF

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