Oggetto: richiesta urgente avvio confronto a largo spettro sulle tematiche inerenti la Sicurezza.

Signor Ministro,
desideriamo innanzitutto ribadirLe i nostri migliori auspici per il Suo difficile
compito: raccogliere un’eredità pesante, caratterizzata da specifiche problematiche strutturali uniche
all’interno di un Comparto, esso stesso, comunque, gravato dal rinvio di interventi indispensabili a
restituire serenità ai Servitori dello Stato, a partire dal superamento della cosiddetta “riforma Madia”.

Quest’ultimo, peraltro esplicitamente previsto dal programma del Governo di cui è autorevole
esponente, per la Polizia di Stato riveste un’importanza ancora maggiore perché siamo gli unici ad
essere afflitti da alcuni “effetti collaterali” di un riordino che denunciammo subito con forza, mentre
altri lo applaudivano: per noi serve immediatamente un terzo correttivo al riordino del 2017.

Infatti meccanismi errati fanno sì che gli ispettori siano di fatto privi di sbocco verso l’alto,
nonostante ci siano ancora in servizio 646 idonei del concorso a 436 posti da vice commissario, della
cui graduatoria torniamo oggi a chiedere lo scorrimento, mentre l’organico effettivo del ruolo è quasi
dimezzato rispetto ai circa 24.000 posti previsti per legge: tutto ciò, oltre a causare sofferenza operativa,
impedisce la realizzazione di una giusta progressione dall’interno, che si riverbera a cascata anche sulle
effettive opportunità di accesso dalla base al ruolo dei sovrintendenti.

Di strettissima attualità e rilevanza è, in tale contesto, la necessità di aumentare al massimo il
numero degli ispettori da assumere tramite concorso interno: Le chiediamo pertanto di promuovere
un provvedimento legislativo urgente che deroghi all’assurda norma che impedisce di nominare più
ispettori provenienti da concorso interno che ispettori provenienti da concorso pubblico e, anzi,
quantomeno in via transitoria e fino al 2027, porti almeno all’80% i posti riservati agli interni.

Cosi facendo sarà possibile assumere subito tutti gli idonei del concorso a 1.141 posti da vice
ispettore in atto per i quali, come da noi richiesto, per ragioni di necessità ed urgenza si potrebbe
evitare una prova orale basata sulle medesime materie e gli stessi argomenti per i quali hanno già tutti
brillantemente superato la prova scritta, come dimostra l’elevata media dei voti conseguiti.

Qualora ciò non fosse possibile torniamo a chiedere che almeno detta prova orale sia il più
possibile semplificata e velocizzata, per far sì che questi colleghi possano cominciare fin dai prossimi
mesi a dare il loro qualificato ed indispensabile contributo in tutti gli uffici e reparti.

I farraginosi meccanismi concorsuali hanno poi fatto sì che anche la mobilità all’interno del
ruolo degli ispettori risulti, di fatto, paralizzata e, nonostante la meritoria introduzione del Portale
mobilità, continuano ad arrecare profondo disagio a moltissimi colleghi – soprattutto quelli del 10°
corso, ma non solo – impedendo loro di essere trasferiti anche se ambiscono a sedi dove ci sono
numerosi posti disponibili poiché “manca il cambio”.

Inoltre, le procedure concorsuali sono pesantemente penalizzate da investimenti insufficienti
sulla gestione informatica dello stato matricolare.

A ciò si aggiungono organici e dotazioni insufficienti per gli uffici addetti alla gestione dei
trattamenti economici in servizio e in quiescenza, nonché le problematiche di calcoli e tempi che
NoiPA ci riserva, rendono i poliziotti “figli di un Dio minore”.

Infatti tutti i colleghi militari che si avviano verso la quiescenza o che l’hanno raggiunta possono
contare su un “Polo unico per le pensioni” che si interfaccia con un unico ufficio Inps, superando così
gli infiniti disguidi e gli incomprensibili ritardi che affliggono i poliziotti, rimasti oggi da soli ad
aspettare gli arretrati dell’aggiornamento delle accessorie contrattuali, liquidate da mesi agli altri.

Sia per pensioni e buonuscite che per stipendi ed accessorie servono, quindi, immediati
interventi strutturali: l’Amministrazione della pubblica sicurezza deve investire adeguate risorse su
questi aspetti, essenziali per la qualità della vita dei suoi dipendenti.

Idonee dotazioni organiche e strumentali devono essere finalmente dedicate non solo alla
realizzazione del citato “Polo unico per le pensioni”, ma anche a Tep e Cenaps per poter modificare
in maniera radicale la struttura dello scambio dei flussi telematici con NoiPA, adeguandola a quella
operata dalle amministrazioni militari presenti nel medesimo Comparto negoziale.

Forze armate e Arma dei carabinieri hanno inoltre già rinnovato la polizza sanitaria di cui i
loro appartenenti fruiscono da oltre un anno, mentre i poliziotti stanno ancora aspettando di sapere
quando potranno iniziare a fruire di uno strumento indispensabile per chi mette a repentaglio
quotidianamente la propria incolumità, rischiando poi di doversi pagare da solo le spese sanitarie.

Anche qui il problema è investire su tutto ciò che incide sulla qualità della vita dei poliziotti
non solo perché è giusto, ma anche come segno di doverosa attenzione per i notevoli sforzi e i grandi
sacrifici cui veniamo obbligati, stando sempre in prima linea, ad esempio nella gestione dell’ordine
pubblico come del fenomeno migratorio.

Attesa l’importanza che la mobilità riveste per il personale della Polizia di Stato, un’attenzione
particolare dovrà essere riservata anche agli investimenti per le politiche alloggiative, per giungere a
garantire una sistemazione per ogni collega che ne abbia diritto e per realizzare anche una “politica
della casa” che consenta sistemazioni familiari dignitose.

Ma l’elenco delle sperequazioni che l’Amministrazione della pubblica sicurezza riserva ai
suoi appartenenti rispetto ai colleghi ad ordinamento militare è molto lungo.

In virtù dell’urgenza che rivestono alcuni provvedimenti testé rappresentati Le chiediamo
quindi di avviare, con un primo incontro da fissare a breve, un costruttivo confronto a tutto campo
che conduca all’elaborazione, il più possibile condivisa, di percorsi che risolvano le problematiche
elencate e le altre a corollario, colmando così il gravissimo squilibrio oggi esistente in seno al
Comparto sicurezza e difesa in danno degli appartenenti alla Polizia di Stato.

Parallelamente Le chiediamo di promuovere un’altra linea di confronto in ambito interforze
per la realizzazione, a partire dagli stanziamenti esistenti, da implementare, di una perequazione
previdenziale che indennizzi tutti coloro che sono già stati o saranno in futuro privati della previdenza
complementare, basandosi sullo schema delineato dall’A.S. 161 d’iniziativa del Sen. Gasparri.

Per ultimo, ma non ultimo, sollecitiamo la realizzazione, nello stesso ambito governativo, di
efficaci tutele per la nostra attività professionale che, oltre all’integrale rimborso delle spese legali
scevro da pareri di merito esterni alle amministrazioni, faccia percepire a chi lo serve che lo Stato è
dalla sua parte e lo tutela realmente, perché “chi aggredisce una divisa aggredisce l’intera Nazione”.

In attesa di un cortese cenno di riscontro inviamo i più cordiali saluti.

La lettera