SEGRETERIA NAZIONALE – COORDINAMENTO NAZIONALE POLIZIA DI FRONTIERA E IMMIGRAZIONE

“LE DONNE BIANCHE NON SALGONO SU QUESTO TRENO”

“BLU CONTRO NERI, VEDIAMO CHI VINCE OGGI!”

I giornali di oggi riportano con grande enfasi le notizie provenienti dal Garda. Le due frasi ad effetto riportate sono quelle del titolo, ambedue emblematiche ed al contempo imbarazzanti per un governo che finora ha messo sempre in secondo o terzo piano i problemi degli operatori di Polizia e specularmente quelli dell’ordine pubblico.

Siamo di fronte quindi alla presa “manu militari” di un convoglio ferroviario da parte di un folto gruppo di ragazzi che come si suol dire sono nati e cresciuti in Italia ed hanno frequentato le stesse scuole pubbliche dei nostri figli. Volevano tornarsene a casa.

La seconda frase, pronunciata, con accento tipicamente lombardo, probabilmente dalla persona che stava girando un video che documenta la “presa del lungolago”, invece dimostra che chi parla ha una visione apparentemente ben più completa dell’ordine pubblico di quanto ce l’abbiano in certe stanze del Viminale. Ci spiegherebbe perché dice “blu contro neri”. Perché ciò che contraddistingue quello scontro è la policromia? secondo il giovane che parla il blu “nostre” delle uniformi si contrappone al colore della pelle! Non siamo di fronte ad una rivoluzione su base etnica, ma occorre prendere coscienza che stanno rapidamente cambiando le regole del gioco. Una cosa è fronteggiare un gruppo di ultras frustrati da una sconfitta in casa o da un errore arbitrale, altro è gestire l’ordine pubblico con motivazioni effettivamente profonde che vanno studiate, sia nella loro origine che nella loro proiezione futura.

L’ altra parte della frase: “vediamo chi vince oggi” è sintomatica di una sistematicità di tali atteggiamenti, non è episodica l’occupazione delle spiagge del Garda, né la presa del treno. Sono fatti che si ripeteranno e che meritano attenzione e adeguata neutralizzazione.

Non pigliamoci in giro, il prossimo decreto flussi, se è vero che ammetterà 70.000 lavoratori stranieri in Italia, questi saranno per la maggior parte stagionali che non lasceranno mai l’Europa volontariamente, e a questi si aggiungeranno i classici clandestini spinti anche dalla nuova crisi alimentare scatenata dalla “guerra dei bianchi”.

Questo secondo numero nessuno può oggi prevederlo, potranno essere 100.000 o forse 200.000, comunque mai sarà possibile eseguire effettivamente le espulsioni di neanche una piccola parte di essi.

E’ quindi giunto il momento che il dipartimento si attrezzi per fronteggiare quella che si prospetta come un’estate molto impegnativa, sia alle frontiere meridionali (leggi Calabria, Sicilia e Puglia, ma senza escludere la Sardegna meta più vicina per la rotta seguita da parte dei tunisini), sia in quelle settentrionali (leggi Friuli Venezia Giulia). Quindi chiediamo che vengano rafforzati per tempo i presidi vicini ai siti che storicamente sono di approdo per i migranti e le regioni dove, per ragioni numeriche, le milizie del disordine pubblico vanno rafforzandosi (leggi Lombardia).

Rafforzati non solo con poliziotti, ma anche con quelle figure di supporto essenziali (sia nelle fasi di approdo, sia nello stabilire un rapporto con i giovani di seconda generazione), quindi protezione civile, mediatori linguistici, Caritas, etc..

I poliziotti in servizio potranno così concentrarsi su identificazioni e controlli, ma prima, dopo ed in contemporanea gli altri facciano tutti il proprio lavoro!

Occorre munire i colleghi anche degli strumenti di cui hanno necessità, mascherine, guanti, strumentazioni elettroniche, taser, spray urticanti etc. Noi proponiamo che nelle realtà maggiormente esposte al fenomeno migratorio si prevedano anche i c.d. turni in quinta se necessari, perché non è più tollerabile che si vedano colleghe e colleghi impegnati per giornate o nottate intere senza soluzione di continuità con il pretesto che lo sbarco e l’ordine pubblico non si possono prevedere. Noi, al contrario, diciamo che questi eventi sono largamente prevedibili, in quanto fenomeno sociale e ripetitivo.

Per quanto riguarda gli sbarchi, anche sotto il profilo amministrativo, i poliziotti devono sapere lo status giuridico che hanno gli individui che arriveranno, cambia la loro posizione rispetto all’attuale? Come si sa il migrante per problemi economici non ha diritto ad alcuna forma di protezione, se permane questa normativa si andrà incontro ad un enorme numero di migranti espulsi, la cui esecuzione come sopra scritto, non avverrà mai.

Insomma la nostra preoccupazione è che a fronte di una crisi nuova e globale i primi occidentali a farne le spese, in termini di qualità della vita, siano proprio i colleghi che saranno impiegati nei servizi connessi agli sbarchi ed alle situazioni di emergenza come quelle verificatesi sul Garda.

Roma, 5 giugno 2022.