PENSIONI: Il Governo Meloni convochi il tavolo della previdenza dedicata integrando le risorse.
I Segretari Generali dei sindacati di polizia Siulp, Sap, Siap, CoispMosap, Federazione FSP polizia e Silp CGIL, dichiarano che, dopo oltre venti anni di battaglie dei sindacati dei poliziotti e delle poliziotte sul tema della previdenza dedicata, a seguito della mai avviata previdenza complementare, che oggi, non può più essere applicata alle donne e agli uomini del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, considerato che il trentennale ritardo causerebbe ulteriori danni economici al personale, di ogni qualifica e/o grado rivestito, in particolare alle giovani generazioni. Abbiamo ottenuto il riconoscimento di una pensione dedicata che concilia la tutela dei colleghi con i limiti imposti dalla specificità, questa la ragione per cui ci siamo battuti per introdurre la previdenza dedicata che oggi, grazie al nostro lavoro, dispone di misure allocate nel tempo in appositi fondi, a partire dal 1 gennaio 2022 sino al finanziamento previsto dall’ultima legge di bilancio 2024. Una scelta condivisa e irreversibile, garantire la specificità professionale del personale in uniforme che assicura l’efficienza della funzionalità del sistema sicurezza, ogni giorno e ogni notte, garantendo anche la mission istituzionale affidata agli uomini e donne in uniforme. Ciò detto, si evidenzia che le risorse finanziarie disponibili consentono di avviare la procedura di confronto con il sindacato ma non di sanare il gap che il sistema contributivo comporta a danno del personale da noi rappresentato, in ragione della cessazione dal servizio obbligatoria imposta agli appartenenti ai citati comparti. Chiediamo alla Premier Meloni e ai Ministri Piantedosi e Zangrillo di essere conseguenti con quanto discusso e affermato in occasione del confronto con noi il 16 novembre 2023, dando l’impulso necessario per la convocazione del tavolo preposto alla definizione della previdenza dedicata e trovare il giusto punto di equilibrio per un accordo che argini le penalizzazione cui sono sottoposti i poliziotti, in particolare i più giovani, che vedranno la loro pensione decurtata del 35% -40 % rispetto all’importo dell’ultimo stipendio. Giacché in assenza di detta soluzione in tema previdenziale, gli effetti della riforma Dini del 1995, che impose il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, sarebbero insostenibili perché garantiscono non oltre il 65% dell’ultima retribuzione. Così in una nota i leaders di tutti i sindacati maggiormente rappresentativi in ambito nazionale della Polizia di Stato, che sono gli unici deputati per legge alla contrattazione sul tema previdenziale del Comparto. Nell’intervenire sul tema pensioni chiedono al Governo e ai parlamentari di vigilare rispetto alle fughe in avanti attraverso proposte irricevibili di forme surrettizie di previdenza complementare e invitano la Premier Meloni a stimolare la convocazione del tavolo negoziale e di confronto sulla materia, integrando le risorse disponibili con gli stanziamenti necessari per concretizzare e rendere immediatamente e completamente fruibile la previdenza dedicata. La previdenza dedicata è per il mondo da noi rappresentato una scelta irreversibile che la maggioranza di governo ha condiviso ed è per questo che invitiamo l’esecutivo ad onorare gli impegni assunti con il personale in uniforme.
Roma, 25 settembre 2024
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