Oggetto: omessa corresponsione spettanze integrazione Fesi 2020 al personale cessato dal servizio. – Richiesta intervento urgente.

Signor Capo della Polizia,

nel corso dell’ultima riunione indetta dell’Ufficio per le relazioni sindacali del Dipartimento della pubblica sicurezza con riferimento all’erogazione dell’integrazione del Fesi 2020 al personale della Polizia di Stato “contrattualizzato” avente diritto, a seguito di una specifica domanda da noi posta, gli autorevoli dirigenti della delegazione ministeriale ci hanno risposto che quest’anno i poliziotti collocati in quiescenza nel biennio in corso non avrebbero subito i ritardi verificatisi l’anno scorso.

Nonostante il fatto che gli stanziamenti per il Fesi del personale contrattualizzato, in servizio o cessato dal servizio, provengano dalla stessa fonte normativa e siano attestati sul medesimo capitolo del bilancio del citato Dipartimento, l’erogazione dell’integrazione del Fesi 2019 al personale collocato in quiescenza avvenne infatti con svariati mesi di ritardo rispetto ai colleghi in servizio a causa di una mancanza di fondi, apparentemente inspiegabile e infatti mai spiegata da chi di dovere.

Per quest’anno la delegazione di parte pubblica aveva garantito che detto fenomeno non si sarebbe ripetuto ma, purtroppo, ad oggi, mentre il personale in servizio riscontra su NoiPA – sezione consultazione pagamenti – la presenza, tra l’altro, dell’importo netto corrispondente all’integrazione in oggetto, il personale cessato dal servizio dopo l’1/1/2020, nella medesima sezione, non trova invece assolutamente nulla, proprio come se stesse per ripetersi ciò che era avvenuto l’anno scorso.

Ovviamente, se questo dovesse accadere, apparirebbe come conferma di quanto si mormora con sempre maggior convinzione tra gli appartenenti alla Polizia di Stato e cioè che, mentre i colleghi delle altre Forze di polizia continuano anche in pensione a far parte a pieno titolo alla grande famiglia costituita da ciascuna di esse, le quali si ricordano sempre di chi ha dedicato loro la propria esistenza, a quanto pare noi poliziotti, invece, una volta arrivati al pensionamento, diventiamo figli di nessuno.

Prescindendo qui dai profili giuridici e di corretta amministrazione sussiste quindi, a nostro avviso, un preciso obbligo etico di far sì che i fondi normativamente destinati dall’accordo firmato il 24 giugno scorso vengano integralmente utilizzati per retribuire, a tutto il personale avente diritto, le fattispecie ivi previste, come da conteggi preventivamente effettuati con precisione assoluta, evitando così che, ancora una volta, inspiegabilmente, una parte manchi all’appello.

In attesa di un cortese cenno di riscontro inviamo i più cordiali saluti.

La lettera