SICUREZZA PUBBLICA L’esponente di Fratelli d’Italia ha incontrato il segretario provinciale di Ugl Polizia di Stato per Rovigo

Rovigo – Caschi di protezione ormai scaduti e inutilizzabili, giubbotti antiproiettile in molti casi acquistati a proprie spese dai poliziotti, con alcuni che non se li sono potuti permettere; una età media che ormai si attesta sui 45 anni se non oltre e assunzioni in stand by, anche per quei giovani che pure hanno superato il concorso ma devono attendere i pensionamenti dei colleghi anziani.

E’ un quadro abbastanza desolante, per la Polizia di Stato, quello che esce dall’incontro tra Valeria Mantovan, candidata al consiglio regionale veneto per Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale, e Demis Scarpecci, segretario provinciale per Rovigo di Ugl Polizia di Stato. “Il sistema sicurezza – spiega Mantovan – è afflitto da problemi di natura legislativa ed economica. Per quanto riguarda il primo la depenalizzazione dei reati, i decreti svuota carceri, la lentezza dei processi e la mancata certezza della pena non fanno altro che demotivare e inficiare il lavoro svolto dagli agenti. I nostri agenti sono di fatto sprovvisti di tutela medico-legale. Ad oggi gli operatori della polizia risultano non coperti dall’assicurazione Inail e se si infortunano durante il lavoro devono prima vedersi riconosciuta la causa di servizio per poi ottenere il rimborso delle spese sostenute per curarsi. Spesso arriva dopo  molti anni. I continui tagli alle forze dell’ordine comportano poi carenza di personale”.

Poi,  il report sullo stato delle dotazioni individuali e di sicurezza per i poliziotti. “Ho appreso dal segretario Scarpecci – prosegue la candidata – che vari poliziotti hanno dovuto comprare di tasca propria il giubbotto antiproiettile e non tutti hanno potuto permetterselo. I mezzi sono inidonei ed obsoleti. I caschi da indossare in caso di conflitto a fuoco nel migliore dei casi sono scaduti, mentre quelli ad uso normale per l’ordine pubblico sono logorati e non ad uso personale per cui gli agenti se li devono scambiare casualmente a discapito della salute e dell’igiene. Molti poliziotti sono entrati in contatto con la tubercolosi a causa degli immigrati che arrivano e che siamo obbligati ad accogliere e solo in seguito sono stati forniti di un kit anti Tbc”.

Infine, da parte di Mantovan, una dura critica sugli squilibri che ravvisa tra la politica in tema di immigrazione e quella in tema di sicurezza seguite dall’attuale governo. “Attualmente – afferma – un immigrato ci costa il doppio di un poliziotto il quale percepisce uno stipendio non in linea rispetto ai sacrifici e alle competenze richieste. Non vi sono assunzioni e la media nazionale dei poliziotti si aggira intorno ai 45 – 47 anni anche a discapito di quei giovani che il concorso pubblico l’hanno superato e che sono messi in stand-by ad aspettare che con i pensionamenti si liberino di posti. Il sistema sicurezza va rivisto a partire da una profonda ristrutturazione delle forze di polizia. Meno soldi destinati all’immigrazione e più ai nostri agenti i quali sono incaricati della nostra sicurezza ma che, a queste condizioni, non possono garantircela. Le riforme sulla sicurezza andrebbero studiate ed affrontate aprendo dei tavoli di confronto con i diretti interessati o perlomeno con i loro rappresentanti. Trovo assurdo che a fare l’immigrato si guadagni tanto o più che a fare il poliziotto, ovvero circa 40 euro al giorno: è un sistema al collasso che va a tutti i costi rivisto”.

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