OGGETTO: Vaccinazione anti SARS-CoV-2. Indicazioni sulla somministrazione della
terza dose (booster).

Nella lotta alla pandemia da COVID-19 i vaccini, a distanza di mesi dalla loro
introduzione, continuano a dimostrarsi il più efficace strumento, insieme alle altre misure
di prevenzione, quali i corretti comportamenti e l’uso dei dispositivi di protezione
individuale, per il contenimento dei contagi.

I dati attuali evidenziano, infatti, come, nonostante il diffondersi della più
contagiosa variante Delta, il numero di ricoveri e decessi nel nostro Paese sia
significativamente più contenuto rispetto alle fasi dell’epidemia precedenti
all’introduzione della pratica vaccinale, ma l’incremento che si sta registrando in questi
ultimi giorni deve indurre ad una rigorosa adesione a tutte le misure di profilassi
introdotte, obbligatorie e consigliate.

Studi scientifici hanno dimostrato come l’efficacia dei vaccini nell’evitare la
malattia grave rimanga elevata nel tempo: il vaccino Comirnaty (Pfizer), ad esempio, a
distanza di sei mesi dalla seconda dose è ancora in grado di evitare il ricovero ospedaliero
per COVID-19 con un’efficacia che si attesta al 93% e la profilassi vaccinale, in generale,
è comunque in grado di ridurre la trasmissione virale in soggetti positivi al virus.

Nel monitoraggio a lungo termine, pur mantenendosi molto elevata, anche nel
caso di contagio con variante Delta, la protezione nei confronti del rischio di
ospedalizzazione e decesso, si è, però, evidenziata una riduzione dell’efficacia dei vaccini
nel prevenire l’infezione (per il vaccino Comirnaty sarebbe ridotta al 47% dopo sei mesi
dalla seconda dose); questo lento declino dell’efficacia vaccinale con 1l trascorrere del
tempo nei confronti delle forme lievi e moderate della malattia induce a valutare con
particolare attenzione la somministrazione di una terza dose (booster), al fine di
potenziare la risposta immunitaria.

Tale dose di richiamo, da somministrare dopo il completamento del ciclo
vaccinale primario, inizialmente prevista dal Ministero della Salute per i soggetti anziani,
è stata poi offerta al personale sanitario ed è oggi raccomandata alle persone di età
maggiore di 60 anni e a tutti i soggetti in condizioni di fragilità, ma in base alle evidenze
scientifiche ed all’andamento della curva epidemiologica potrà essere estesa ad altri
gruppi ‘arget, fino ad interessare la popolazione generale.

Secondo le indicazioni fornite dall’ Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA),
indipendentemente dal vaccino ricevuto per il ciclo primario, per la dose booster sono
utilizzati esclusivamente i due vaccini ad m-RNA autorizzati in Italia, ossia Comirnaty di
BioNTech/Pfizer e Spikevax di Moderna, essendo prevista per quest’ultimo vaccino la
somministrazione di metà dose rispetto a quella utilizzata per il ciclo primario.

La determinazione di utilizzare i vaccini Pfizer e Moderna è stata ultimamente
adottata anche per il richiamo del vaccino monodose Johnson & Johnson, visti gli ottimi
risultati sul piano della risposta immunitaria della vaccinazione cosiddetta eterologa.

In ogni caso, la terza dose può essere somministrata dopo almeno sei mesi dal
completamento del ciclo vaccinale primario.

Secondo le indicazioni dell’AIFA è poi possibile la contemporanea
somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2 e del vaccino antinfluenzale nella
medesima seduta, come pure di altri vaccini compresi nel Piano Nazionale di Prevenzione
Vaccinale, fatta eccezione per quelli vivi attenuati (ad es.: contro febbre gialla, varicella,
herpes zoster, morbillo-parotite-rosolia, rotavirus, tifo), per i quali è invece prescritto un
intervallo minimo precauzionale di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del
vaccino anti SARS-CoV-2.

Nella nostra Amministrazione, per la somministrazione della terza dose si potrà
procedere, in base alle indicazioni del Ministero della Salute ed alla disponibilità dei
vaccini presso gli /ub regionali, facendo riferimento ai modelli organizzativi già
rappresentati da questa Direzione con circolare n. 850/A.P.1-2692 del 10 febbraio u.s. ed
avendo cura che il personale che si sottoponga alla vaccinazione presso strutture esterne
ne dia comunque comunicazione all’ufficio sanitario della Polizia di Stato della sede di
servizio, in modo da porre il dato nella diretta disponibilità del medico competente,
rientrando il vaccino tra le misure di profilassi previste per il contenimento del rischio di
contagio nei luoghi di lavoro.

I predetti uffici sanitari vorranno fornire, come di consueto, massima disponibilità
e supporto a coloro i quali necessitino di chiarimenti, indicazioni o informazioni sulle
modalità e tempistiche per la somministrazione della terza dose o sulla vaccinazione
eterologa o ancora sugli effetti collaterali, mantenendo comunque attiva la comunicazione
con gli hub vaccinali dei rispettivi territori, sempre nell’ottica di avviare alla vaccinazione
il maggior numero di dipendenti e garantire in tal modo lo stato di salute del personale in
servizio e della popolazione generale.

La circolare