Conferenza Stampa dell’UGL Polizia di Stato – Roma – 22 gen (Prima Pagina News – italiaglobale.it) Potenziare i controlli alla frontiera: certamente un’ottima idea.
Ma difficile da realizzare senza fornire ai poliziotti i lettori dei codici del passaporto elettronico. Un sistema che in Italia non è diffuso in modo capillare, tutt’altro, a differenza di altri Paesi certo ben lontani dall’essere membri del G8 e una delle potenze economiche mondiali.
Per fare qualche esempio, i sistemi di scansione delle bande magnetiche dei documenti sono diffusi in paesi come l’Albania o la Repubblica Dominicana, in Italia invece no.
A lanciare l’allarme è il Segretario Nazionale della Ugl Polizia di Stato, Valter Mazzetti, che spiega: “I colleghi alla frontiera spesso sono costretti a consultare lo SDI, perdendo molto tempo per effettuare i controlli. Non solo quindi i poliziotti saranno costretti a lavorare di più e male, ma anche si obbligheranno i passeggeri a lunghe code negli aeroporti”. L’assenza di scanner per le bande ottiche dei passaporti elettronici, insomma, rischia di ripercuotersi sul servizio, oltre che ovviamente sulla sicurezza. “Speriamo che in questo momento di particolare attenzione si possa tornare a investire – conclude Mazzetti – rafforzando gli strumenti di prevenzione e repressione a disposizione dello Stato. La registrazione delle entrate e uscite dovrebbe essere estesa all’area Schengen.
In questo modo controlleremmo anche il tempo di permanenza all’estero degli stranieri regolari e magari potremmo anche verificare quanti in possesso del permesso di soggiorno, in Italia vengono solo per usufruire della sanità”.
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