Ieri pomeriggio alle ore 16, presso l’Ufficio Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia, si è svolto l’incontro con le OO.SS. per discutere sul futuro assetto delle Squadre nautiche della Polizia di Stato, in applicazione del decreto recante disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia, c.d. decreto Madia che, all’art. 4, ne prevede la soppressione.
Per l’Amministrazione l’incontro è stato presieduto dal direttore Centrale delle Specialità, dott. Sgalla, coadiuvato dal direttore del Servizio Agenti, Assistenti e Sovrintendenti, dr. Pagano, dal direttore per le Relazioni sindacali, dott. Ricciardi, presenti il dott. Sanna e il dott. Mazzini.
Il dr. Sgalla, introducendo la riunione, ha evidenziato, preliminarmente, come ci si trovi tuttora di fronte ad un provvedimento (decreto Madia) non definitivo, in quanto l’iter legislativo prevede ancora diversi passaggio tecnici e parlamentari e, laddove non dovesse comunque riportare modifiche, dovranno essere sicuramente predisposti i successivi decreti stralcio ecc.. Ciò premesso, ragionando su quella che è la visione del provvedimento normativo in esame, è evidente per l’Amministrazione come l’art. 4 del citato decreto, nello stabilire che “sono soppresse le squadre nautiche della Polizia di Stato e i siti navali dell’Arma dei carabinieri, fatto salvo il mantenimento delle moto d’acqua per la vigilanza dei litorali e delle unità navali impiegate nella laguna di Venezia, nelle acque interne e nelle isole minori ove per esigenze di ordine e sicurezza pubblica è già dislocata una unità navale…”, lasci pochi margini di azione con riferimento ai 383 dipendenti oggi impiegati nelle 42 squadre nautiche, i quali, fermo restando i settori che permarrebbero, passerebbero completamente, quindi non solo funzionalmente, sotto gli UU.P.G.S.P. delle relative questure.
Le OO.SS. del presente cartello hanno espresso contrarietà al progetto di chiusura delle squadre nautiche rimarcando il fatto che sono state proprio le Autorità locali e provinciali di P.S., chiamate ad esprimersi sulla chiusura di tale settore, a nostro avviso strategico per la Polizia di Stato, a dare il loro assenso affinché ci si privasse di professionalità che, nel corso del tempo, hanno portato lustro all’Amministrazione in settori strategici per la sicurezza in mare e nelle lagune.
Con altrettanta chiarezza e fermezza SIULP SIAP SILP-CGIL UGL Polizia di Stato e Federazione UIL Polizia, hanno espresso contrarietà nella ipotesi prospettata dall’Amministrazione di mantenere operative, presso gli uffici controllo del territorio delle questure, le unità acquascooter, poiché rappresenterebbero solo ed esclusivamente lo specchietto per le allodole rispetto al prodotto sicurezza offerto all’utenza.
Il presente cartello, in alternativa o comunque unitamente, ha posto all’Amministrazione la necessità di mantenere operative alcune professionalità delle attuali squadre nautiche, dislocate attualmente presso gli uffici di vitale importanza per l’attività di polizia e per il controllo di aree marine e lagunari strategiche per la sicurezza del Paese
Assegnazione sovrintendenti. Il primo aspetto è stato quello relativo al mancato rientro nella specialità dei sovrintendenti vincitori degli ultimi concorsi. Infatti, pur trovandoci di fronte ad una norma futuribile, quindi ancora non “esistente”, l’Amministrazione pare si stia portando avanti col lavoro, non facendo rientrare presso le squadre nautiche gli specialisti di mare. Nel ritenere assolutamente sbagliato tale atteggiamento, che peraltro, con riferimento alla specifica indennità, si riverbera anche sugli aspetti economici maturati e maturandi di quei colleghi, si è chiesto l’immediato ripristino della regolare mobilità del personale, così come per tutti gli altri Uffici di polizia.
Mobilità del personale. Finché non sarà definitivamente sancita la chiusura (e in che termini) delle squadre nautiche, a prescindere dall’aspetto nominalistico che potrebbero assumere in futuro quei dipendenti (volanti d’acqua, specialisti del mare ecc..) le scriventi OO.SS. hanno chiesto che l’Amministrazione continui a consentire al personale che ne ambisca di poter accedere alla specialità, ricorrendone logicamente tutti i requisiti richiesti. D’altronde, sono ben 120 le moto d’acqua acquistate dal Dipartimento. Di pari passo, in virtù delle incognite oggettive che oggi attendono al futuro di quel settore, si valutino con estrema attenzione le domande di mobilità interna che dovessero essere presentate da quei dipendenti.
Protocollo funzionale. Nella malaugurata ipotesi in cui il provvedimento in esame dovesse permanere cosi com’è, con specifico riferimento al permanere della funzione di vigilanza dei litorali con le moto d’acqua, al fine di non esporre personale e professionalità alle singole sensibilità dei diversi questori, si è chiesta la predisposizione chiara e inequivoca di un “protocollo di impiego” concernente tutti quelli aspetti funzionali e direttamente connessi a quella specifica attività professionale. A tal proposito, si è ricordato all’Amministrazione come le moto d’acqua, dal peso di circa 450 kg, siano abilitate ad operare entro un miglio marino (1.852 mt.). Ciò comporta, attesi i probabili guasti all’idrogetto, che il personale operante con gli acquascooter abbia sempre a supporto d’emergenza un mezzo navale (gommone o altra imbarcazione idonea). Così come, è tutt’oggi previsto l’ausilio obbligato di supporto nautico nel caso in cui non si possa derogare all’utilizzo dell’acquascooter da parte di un solo dipendente.
Aggiornamento fisico di specialità e mantenimento del brevetto di salvamento. In virtù della costante carenza di personale è alto il rischio che, con l’eventuale passaggio integrale dalla specialità alla questura, qualche dirigente potrebbe essere portato a voler impiegare questo personale per circa 9 mesi all’anno di volante per poi fargli passare i 3 mesi estivi sull’acquascooter. Su questo punto, oltre a quanto affermato in termini di “protocollo di impiego”, le scriventi OO.SS. hanno rimarcato l’attenzione del direttore Centrale sul fatto che quel personale, oltre a doversi allenare in piscina con cadenza settimanalmente, ha l’obbligo di mantenere il brevetto di salvamento di cui è obbligatoriamente dotato. Tale necessaria formazione costante deve assolutamente restare tale.
Nel condividere le giuste attenzioni poste all’Amministrazione dai sottoscritti rappresentanti dei lavoratori, il Dott. Sgalla ha evidenziato come già dal mese di aprile, per proseguire in maggio e giugno, insieme all’Ufficio controllo del territorio, sono state già calendarizzati una serie di incontri proprio al fine di addivenire ad un protocollo funzionale, nel corso dei quali, saranno sicuramente vagliati tutti gli aspetti toccati nell’incontro.
Le sottoscritte OO.SS., infine, nel registrare la sensibilità del Direttore centrale delle specialità e del Dott. Pagano sui temi trattati, hanno chiesto di essere costantemente informati su tutti gli eventuali orientamenti che dovessero emergere nel corso degli incontri, al fine di poter fornire, per tempo, come sempre, un costruttivo contributo finalizzato alla salvaguardia del personale e delle speciali professionalità acquisite.
Roma, 8 aprile 2016
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