Dichiarazione Stampa Congiunta
dei Segretari Generali delle sigle maggioritarie del personale della Polizia di Stato,
Siulp, Sap, Siap, Fsp, Coisp e Silp sui fatti occorsi nella Questura di Verona

Premesso che condividiamo lo spirito di quanto affermato dal Capo della Polizia, sulla fiducia della Procura di Verona verso la nostra istituzione, avendo la stessa, delegato le indagini ai competenti uffici investigativi della squadra mobile della Questura.
Ragione che conferma che i poliziotti e le poliziotte hanno in sé gli anticorpi che contraddistinguono l’operato e l’impegno quotidiano della Polizia di Stato nei diversi ambiti in cui è chiamata ad intervenire, anche per le attività svolte a tutela di tutto il personale e per la cultura diffusa dai sindacati maggioritari del personale sui temi della
trasparenza, legalità e dell’etica professionale. Nel rispetto più autentico e sentito, dello spirito pubblico e democratico dei principi costituzionali per i poteri a noi delegati, non abbiamo alcuna remora ad affermare nell’interesse generale dei cittadini e a tutela di tutti i poliziotti e poliziotte che, se i fatti e le condotte contestate nella fase delle indagini preliminari ad alcuni poliziotti della questura di Verona dovessero essere riscontrate nel dibattimento e nel giudizio di condanna irrevocabile, li definiamo sin da ora deplorevoli se commesi da chi è preposto alla salvaguardia e tutela della sicurezza della collettività e di ogni singolo cittadino sottoposto ai controlli, fermi o arresti operati delle forze di Polizia. Ciò nonostante, si evidenzia che non possiamo condividere posizioni o tifo da stadio su episodi isolati a fronte di decine di miglia d’interventi che i poliziotti pongono in essere ogni giorno e ogni notte, spesso in condizioni disagevoli per le note carenze di personale, logistica e un quadro normativo
complesso e contorto che, certamente, non aiuta e contribuisce ad alimentare i noti livelli di stress della categoria. Tra l’altro va garantita la certezza e l’immediatezza nell’irrogazione della pena per chi delinque. Auspichiamo che questa circostanza negativa sia propizia per dare concretezza alle nostre rivendicazioni, al fine di fornire tutti i poliziotti delle body cam, organizzando i nostri uffici in modo tale, da poter riprendere e registrare tutte le fasi dei nostri interventi, installando telecamere audio visive negli ambienti in cui transitano o sostano le persone fermate e arrestate. Giacché la Polizia di Stato e tutti i suoi appartenenti non temono la trasparenza sulle modalità d’intervento o nel rapporto civile e del rispetto umano di ogni persona fermata o sottoposta ai dovuti controlli, per la tutela di tutti i cittadini e degli operatori di polizia che ad oggi subiscono una aggressione ogni tre ore nel silenzio assordante di tutti anche quando le lesioni riportate sono di grave entità. Detta richiesta, insieme a tante altren parimenti importanti e strategiche anche sul piano di una diversa filosofia culturale, al fine di valorizzare l’operatività e la trasparenza delle forze di polizia, fanno parte del dossier sicurezza e tutele del personale che, da anni, abbiamo posto all’attenzione dell’esecutivo di turno per un confronto che sinora non c’è stato. Il confronto con le parti sociali rappresentative del personale in uniforme, dei sindacati maggioritari e responsabili, inibisce la residua cultura corporativa e rafforza il processo democratico che dalla legge di riforma dal 1981 ad oggi ha trasformato la Polizia di Stato nella prima istituzione a cui gli italiani conferiscono il loro gradimento. Noi siamo aperti e pronti al confronto più autentico e non di facciata o ideologica ma sostanziale.

Roma, 7 giugno 2023

Il comunicato ripreso da ADNKronos