OGGETTO: Crisi carriere tecnico-scientifiche – Inderogabile estensione libera professione a tutti quei ruoli per i quali l’Amministrazione chiede l’iscrizione all’albo professione quale requisito di accesso – Richiamo sentenza 98/2023 Corte Costituzionale.
Egregio Signor Capo della Polizia,
con la presente, ci vediamo costretti a tornare, con rinnovata e accresciuta determinazione, sulla questione, a nostro avviso cruciale e non più
procrastinabile, relativa all’estensione della facoltà di esercizio della libera professione a tutti quei ruoli per i quali l’Amministrazione chiede l’iscrizione all’Albo professionale per esercitare la propria funzione nella Polizia di Stato (Prot. N. 1499/S.N. del 27 ottobre 2023).
Non si tratta, Signor Capo della Polizia, di una mera rivendicazione sindacale, ma di una lucida presa di coscienza di una deriva pericolosa che sta minando alle fondamenta la capacità della nostra Amministrazione di attrarre, trattenere e valorizzare le competenze di cui necessita per affrontare le sfide sempre più complesse e specialistiche del presente e del futuro.
Il dato incontrovertibile è sotto gli occhi di tutti: da un lato, assistiamo a un esodo continuo e preoccupante di professionisti altamente qualificati, che scelgono di abbandonare la Polizia di Stato per il settore privato o pubblico con minori restrizioni professionali, attratti da maggiori opportunità di crescita professionale e da una valorizzazione economica più adeguata. Dall’altro lato, il numero di nuove assunzioni nei ruoli tecnico-scientifici è drasticamente calato, a fronte di un fabbisogno sempre crescente.
Questo circolo vizioso, se non interrotto tempestivamente, rischia di compromettere irrimediabilmente la qualità e l’efficacia dell’azione della Polizia di Stato, privandola di quelle figure professionali specialistiche che sono indispensabili non solo per garantire la sicurezza dei cittadini e per tutelare l’ordine pubblico, ma anche per assicurare il successo delle attività investigative.
È fondamentale sottolineare, infatti, il ruolo sempre più determinante che i funzionari dei ruoli tecnico-scientifici svolgono a supporto delle indagini. Le loro competenze specialistiche in settori quali la chimica, la biologia, l’informatica, l’ingegneria, la balistica e molti altri, sono
diventate imprescindibili per l’analisi delle prove, la ricostruzione dei fatti e l’individuazione dei responsabili dei reati.
In un contesto in cui la criminalità si evolve costantemente, adottando tecnologie sempre più sofisticate, la Polizia di Stato non può permettersi di rinunciare all’apporto di questi professionisti altamente qualificati. Negare loro la possibilità di esercitare la libera professione liberi dal servizio significa tarpare le ali al loro sviluppo professionale, limitarne le prospettive di carriera e, di conseguenza, renderli meno attrattivi sul mercato del lavoro.
In questo scenario allarmante, l’ostinata chiusura verso l’estensione della facoltà di esercizio della libera professione appare non solo incomprensibile, ma anche dannosa e anacronistica. Essa si pone, infatti, in aperto contrasto con i principi di uguaglianza, ragionevolezza e buon andamento della Pubblica Amministrazione, sanciti dalla nostra Carta Costituzionale e ribaditi con forza dalla
recente sentenza della Corte Costituzionale n. 98/2023.
La Corte, infatti, nel dichiarare l’illegittimità costituzionale dell’art. 210, comma 1, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare), nella parte in cui non contempla, accanto ai medici militari, anche gli psicologi militari tra i soggetti a cui, in deroga all’art. 894 del codice medesimo, non sono applicabili le norme relative alle incompatibilità inerenti l’esercizio delle attività libero professionali, ha affermato un principio fondamentale che riteniamo debba guidare anche l’azione della Polizia di Stato.
La Corte Costituzionale, invero, ha sottolineato che “il legislatore, una volta riconosciuta l’esigenza di un’eccezione rispetto a una normativa più generale, infatti, non può esimersi, in mancanza di un giustificato motivo, dal realizzarne integralmente la ratio, senza per ciò stesso
peccare di irrazionalità“.
Ebbene, ci chiediamo: qual è il “giustificato motivo” che impedisce di estendere la facoltà di esercizio della libera professione anche agli ingegneri, agli architetti, ai biologi, ai chimici, ai fisici, agli infermieri ed a tutti le altre professioni per le quali l’Amministrazione chiede l’iscrizione ad un Albo professionale per operare nella Polizia di Stato?
L’iscrizione ad un albo professionale non è forse la garanzia più evidente di competenza, qualificazione e deontologia? Non rappresenta forse un valore aggiunto per l’Amministrazione, che può così avvalersi di professionisti che, pur svolgendo le loro funzioni istituzionali con dedizione e impegno, hanno anche la possibilità di coltivare le proprie competenze e di confrontarsi con la realtà esterna?
La chiusura verso la libera professione, al contrario, si traduce in una perdita per tutti:
- per i professionisti: che si sentono demotivati, sottovalutati e costretti a scegliere tra la propria
passione e il proprio lavoro; - per l’Amministrazione: che si priva di risorse umane preziose e vede compromessa la propria
capacità attrattiva, di innovazione e di crescita; - per i cittadini: che rischiano di ricevere un servizio meno efficiente e meno qualificato per via
della fuga di validi professionisti verso altre Amministrazioni.
Siamo consapevoli della necessità di definire un quadro normativo chiaro e trasparente che, in modo chiaro, disciplini l’esercizio della libera professione in modo da prevenire eventuali conflitti di interesse e da garantire il pieno rispetto degli obblighi di servizio. Ma questo non può e
non deve rappresentare un alibi per una chiusura pregiudiziale e ingiustificata.
Siamo pronti a fare la nostra parte e a collaborare attivamente con l’Amministrazione per l’individuazione di soluzioni concrete e praticabili. Chiediamo solo un segnale di apertura, un atto di coraggio che dimostri la volontà di investire sul futuro della Polizia di Stato e di valorizzare le
competenze di chi la serve con onore e dedizione.
In attesa di un Suo autorevole riscontro e confidando nella Sua saggezza e lungimiranza, Le porgiamo i nostri più cordiali saluti.
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