Da mesi continuiamo a denunciare che la soppressione del Corpo Forestale dello Stato, preceduta dalla forzata militarizzazione dei suoi appartenenti, è un grosso errore ed uno spot pubblicitario.
Ora la conferma arriva dal prefetto Gabrielli.

Un Capo della Polizia che non le manda certo a dire e che, con la schiettezza che gli è propria, proprio oggi, nella cornice “interforze” della Scuola di Perfezionamento Forze di Polizia, ha affermato che l’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato all’Arma dei carabinieri “è stata una scelta infelice”.
Non ci sorprende affatto che un poliziotto di grande esperienza come il prefetto Gabrielli, abbia ritenuto di dover richiamare l’attenzione di tutti sull’attualità dei principi fondativi della legge 121/81 di riforma della Polizia di Stato, che non è compatibile con “fusioni a freddo, accorpamenti e mortificazioni”.
Non possiamo che essere d’accordo con lui – ha dichiarato Valter Mazzetti, Segretario Generale UGL Polizia di Stato – ricordando che le vere riforme del modello di sicurezza che vogliamo concorrere a definire, non possono ridursi ad una mera semplificazione di facciata, camuffata da razionalizzazione delle risorse.
Restiamo convinti della necessità di preservare la pluralità delle forze di polizia in un contesto ben coordinato ed efficiente, che garantisca la massima e migliore capacità di risposta al bisogno di sicurezza dei cittadini, soprattutto in questa congiuntura così drammatica a causa della minaccia terroristica che investe tutta l’Europa.
Per queste ragioni l’UGL Polizia di Stato resta convinta che un’azione ben coordinata di contrasto ai crimini ambientali ed agroalimentari possa e debba essere affidata a una direzione centrale a composizione interforze istituita, al pari delle altre, presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Le Forze di Polizia si ridurrebbero comunque da 5 a 4, come vuole il governo Renzi, senza rinunciare al patrimonio di competenze e di professionalità di un intero corpo di polizia “civile” che qualcuno si ostina a voler militarizzare in maniera scriteriata.
Una soluzione già felicemente testata nella lotta alla criminalità organizzata e al traffico degli stupefacenti, con l’istituzione della Direzione Centrale Servizi Antidroga e la D.I.A., in grado di massimizzare le competenze e le professionalità di tutte le Forze di Polizia e ridurre i costi di esercizio.
Noi – ha concluso Mazzetti – restiamo ancora fiduciosi in un ripensamento del governo, in favore di un progetto autenticamente riformatore che garantisca un sistema più moderno ed efficace, in grado di soddisfare le legittime aspettative dei cittadini senza mortificare migliaia di donne e uomini in divisa che, con rinnovato spirito di servizio, hanno dichiarato formalmente la loro piena adesione a questo progetto.

Roma, 17 giugno 2016