PREVENZIONE E GESTIONE DELLE CAUSE DI DISAGIO

Perché affidarsi!

L’escalation di suicidi degli ultimi mesi ha generato una comprensibile preoccupazione tra i colleghi e lo smarrimento di coloro che hanno vissuto il dramma della perdita di un amico/collega che mai avrebbero creduto capace di un simile gesto.

Proprio per cercare di far fronte alle cause di disagio che fanno da “fertilizzante” della depressione, ansia e, più in generale, delle alterazioni delle capacità sociali, emotive e relazionali, è stato istituito un apposito “tavolo permanente”.

Lo scopo è quello di predisporre le migliori prassi di approccio al disagio e strutturare i servizi più efficaci, seppur nelle condizioni date.

E poiché “il meglio è spesso nemico del bene” abbiamo sollecitato l’Amministrazione a velocizzare l’adozione delle prime misure concordate.

L’obiettivo condiviso è quello di approntare una rete di sostegno che “agganci” i bisogni del collega sin dal loro primo manifestarsi, lo aiuti ad uscire dal suo “isolamento” e lo accompagni verso il superamento del proprio disagio, senza la paura di incorrere in una intempestiva dichiarazione di non idoneità ai servizi di Polizia.

Per fare ciò è importante che il collega possa affidarsi alla propria Amministrazione.

Un’Amministrazione aperta, responsabile e inclusiva che è parte della nostra mission.

In estrema sintesi. Il “famigerato” art. 48 del Regolamento di Servizio (che prevede il ritiro tout court di pistola, manette e tesserino per infermità neuro-psichiche) è stato mitigato con la previsione dell’art. 48 bis che dovrà essere approvato al più presto.

Con questo nuovo strumento normativo, in caso di accertato disagio psico-sociale conseguente ai tanti “casi della vita” è disposto, sulla base del parere della competente struttura sanitaria, per un periodo massimo di 90 giorni, il solo ritiro della pistola e l’assegnazione a compiti interni non operativi con il mantenimento del trattamento economico fondamentale ed accessorio.

In questo periodo il collega, oltre a continuare a sentirsi parte integrante della nostra grande famiglia, potrà sottoporsi a mirati percorsi di sostegno alla salute psico-sociale sia presso le nostre strutture sanitarie a ciò deputate o presso centri o scuole di psicoterapia convenzionati. Alla scadenza del provvedimento i nostri sanitari esprimeranno il loro nulla osta alla riconsegna della pistola, salvo che non ricorrano le condizioni di cui all’art. 48.

V’è di più.

Poiché è nostro preciso intendimento quello di intercettare il malessere psicologico prima che diventi sofferenza clinica, nel corso dei lavori del “tavolo permanente sul disagio” è stata condivisa la necessità di approntare “spazi di ascolto” psicologico in grado di offrire un concreto “sostegno di prossimità” immediatamente fruibile anche in “remoto”.

In tale contesto segnaliamo che saranno messe a fattor comune le buone prassi già sperimentate in alcune realtà dove operano psicologi della Polizia di Stato e definiti i protocolli operativi che faranno perno su una “helpline”, grazie alla quale tutti i colleghi potranno rivolgersi ai nostri psicologi anche in forma anonima, nonché “spazi di ascolto virtuali o in presenza”, ubicati presso i sette uffici di coordinamento sanitario e nei 17 uffici provinciali sanitari dove è già presente uno o più psicologi.

Ovviamente la rete di sostegno sopra tratteggiata tiene conto delle risorse di psicologi attualmente disponibili sul territorio e sarà rimpolpata in occasione delle imminenti nuove assunzioni.

Questi primi strumenti di sostegno dovranno accompagnarsi ad una specifica e preventiva campagna di informazione, che dovrà sensibilizzare la dirigenza sull’importanza di tale innovativo approccio al disagio in termini di accoglienza e non di pre-giudizio – intervenendo, ove necessario, anche in materia di organizzazione del lavoro ed inserendo il tema nel corso del consueto aggiornamento professionale – coinvolgere la figura del medico competente e, soprattutto, rassicurare il personale sulle finalità inclusive e di pieno recupero che si intendono perseguire.

La strada, com’è intuibile, è ancora lunga e tortuosa ma non v’è dubbio che i primi passi stiano andando nella direzione giusta.

Il Segretario Generale.

La lettera