Al Ministro dell’ Interno
Pref. Matteo PIANTEDOSI
ROMA

Al Capo della Polizia
Pref. Vittorio PISANI
ROMA

Oggetto: Equità nei ruoli tecnici della Polizia di Stato.-
Funzionari Biologi e Chimici della Polizia di Stato.

Sig. Ministro dell’Interno,
non vi è alcuna struttura pubblica che possa dirsi solida se non fonda la propria azione sul riconoscimento equo delle professionalità che la compongono. Ed è proprio in questa prospettiva che riteniamo necessario porre all’attenzione delle SS.LL. una rilevante questione che coinvolge il personale tecnico della Polizia di Stato e che merita, oggi più che mai, una riflessione lucida e una risposta coerente. Ci riferiamo alla condizione dei funzionari biologi e chimici che, pur formalmente riconosciuti come professionisti sanitari ai sensi della Legge 3/2018, continuano a essere sottoposti ad un trattamento differente rispetto a quello previsto per i colleghi medici e psicologi.

A questi ultimi, come noto, è stata riconosciuta la possibilità di esercitare attività liberoprofessionale in regime di compatibilità, mentre ai primi non è concessa alcuna deroga alle incompatibilità con il pubblico impiego, nonostante siano soggetti agli stessi obblighi ordinistici e
formativi.
Orbene, le pronunce della Corte Costituzionale (sentenza n. 98/2023) e del Consiglio di Stato (ordinanza del 10 febbraio 2022) hanno chiarito che il principio di parità tra professioni sanitarie non può essere disatteso da interpretazioni restrittive o da silenzi normativi. Esse hanno chiarito in modo netto e inequivocabile come l’equiparazione tra professioni sanitarie nell’esercizio della libera professione non sia una mera facoltà concessa a discrezione dell’Amministrazione, bensì un diritto fondato sui principi costituzionali dell’uguaglianza e della pari dignità. In particolare, la Corte ha affermato che ogni disparità tra professioni riconosciute dallo stesso ordinamento sanitario si traduce
in una ingiustificata violazione di quei principi sanciti dall’articolo 3 della Costituzione, che garantisce a tutti i cittadini la parità di trattamento e impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che ne limitano il pieno sviluppo. Inoltre, contrasta con gli articoli 4 (che tutela e promuove il diritto al lavoro in tutte le sue forme) e 97 (che richiede alla Pubblica Amministrazione di agire secondo i
principi di imparzialità e buon andamento, tra cui rientra inevitabilmente il riconoscimento equo delle professionalità interne all’apparato statale) della nostra Carta Costituzionale.

In tale contesto auspichiamo un’azione consapevole e lungimirante da parte dei vertici politici al fine di avviare un percorso di revisione interna che consenta di ricomporre il disallineamento esistente, valorizzando le competenze del personale tecnico sanitario in modo uniforme e coerente con i principi di buon andamento, trasparenza e rispetto della dignità professionale.
Confidando nella sensibilità delle SS.LL. e nella volontà di affrontare con pragmatismo e responsabilità una questione che incide direttamente sull’efficienza e sull’equilibrio interno dell’apparato tecnico, questa Segreteria Nazionale auspica l’avvio di un percorso di revisione che consenta anche ai funzionari biologi e chimici della Polizia di Stato di godere delle medesime opportunità professionali già riconosciute ad altre figure sanitarie.

In attesa di un cortese riscontro, si porgono distinti saluti.

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